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PALLANUOTO | 28 dicembre 2016, 07:13

Pallanuoto, “Ea” Mangiante dà i voti alla sua Chiavari Nuoto

Intervista all’ex giocatore che ha fatto il suo debutto ufficiale nella veste di tecnico sulla panchina verdeblù

Andrea "Ea" Mangiante, alla sua prima stagione da tecnico della Chiavari Nuoto

Andrea "Ea" Mangiante, alla sua prima stagione da tecnico della Chiavari Nuoto

La riunione della Chiavari Nuoto per la tradizionale bicchierata di fine anno solare offre il destro per un consuntivo di quanto sin qui prodotto. La società verdeblù non ha certo i musi lunghi.

Se ne fa interprete l’allenatore esordiente Andrea “Ea” Mangiante: <Per questa parte di campionato la valutazione del nostro riassunto è positiva. I 6 punti sono quelli che ci eravamo prefissati, sebbene un punticino in più, per come si era messa la partita di esordio a Lavagna, ci potesse stare; non di più, perché a Brescia abbiamo perso meritatamente.

Ricordiamo che è una squadra totalmente rinnovata, con molti giovani e molti esordienti, come lo sono io, d’altronde. Abbiamo fatto un ottimo inizio di campionato, anche se c’è qualcosa che non mi è piaciuto e a causa del quale dovremo cambiare a livello mentale.

È peraltro un problema tipico della squadre giovani, quello di mantenere costantemente un livello di concentrazione e tensione stabile; entrerà Ottazzi, finalmente, che ci garantirà un salto di qualità sotto l’aspetto difensivo, offensivo e caratteriale.

I ragazzi si sono sempre allenati con uno spirito encomiabile e la loro dedizione agli allenamenti e ai sacrifici li porterà a successi che saranno i loro personali>.

Questo entusiasmo è ascrivibile alla tua persona e comunque che clima si respira?

<Io sto riprovando le stesse sensazioni ed emozioni delle prime volte in cui scesi in acqua e detti le prime bracciate. Da parte mia c’è la voglia di trasmettere ai miei ragazzi le mie prime scoperte, gli insegnamenti che ho avuto dai miei allenatori precedenti che sono stati i miei maestri, cioè il grande Formiconi, colui che alla Pro Recco mi ha scoperto, plasmato, fatto diventare uomo; è una persona eccezionale a cui devo molto.

E poi Pino Porzio, di cui sono stato per un anno allenatore in seconda alla Pro Recco, e da cui ho imparato moltissimo sotto l’aspetto gestionale, caratteriale, di comportamento con i giocatori.

Io cerco di “rubare” il meglio di tutti questi allenatori del mio passato, ma desidero rimanere me stesso. I ragazzi lo capiscono, assimilano, e vedono in me ancora un compagno in vasca. In questo “mix” speciale sta la nostra forza>.

Dove potete arrivare e dove vuoi arrivare?

<Io ho detto ai ragazzi che è giusto porsi degli obiettivi a breve termine, ma anche a lungo e a livello personale, ma senza drammatizzare questi concetti. Non desidero parlare di quarto posto o di mezza classifica (non altre situazioni, che non riesco nemmeno a pensare), ma desidero che i ragazzi non si pongano neppure limiti, abbiano la mente sgombra e si ritengano avvezzi ad ogni possibilità. Solo sognando talvolta si ottiene qualcosa.

Quello che desidero è che, una volta in acqua, si riesca a oltrepassare quella invisibile soglia che ti permette di effettuare un salto in avanti: questo cambia tutte le prospettive ed i punti di vista e la maniera di ragionare degli atleti. Per questo non metto limiti prefissati>.

Da giocatore che ha vinto molto ad allenatore esordiente in una categoria inferiore. Che cosa provi?

<Non ho nessuna rivincita con il passato. Non mi accontento mai, sono orgoglioso di natura, forse è un bene, perché così cerco sempre di migliorare. Come detto prima, ho imparato molto da Formiconi e Porzio. Ho grande stima di loro. Mi sono reso conto di quanto difficile sia la posizione a bordovasca, anziché in acqua.

Soprattutto da quando mi sono staccato da Porzio in qualità di allenatore in seconda ed ho iniziato autonomamente. Tante sono le cose che ho imparato da Pino, anche solo guardandolo lavorare: in dettaglio, come si fa a pensare contemporaneamente e gestire più situazioni, l’organizzazione degli allenamenti.

Quanto alla gestione non ci sono parole. Pino aveva davanti tutti grandi campioni ad altissima personalità ed il rapporto è sempre stato ottimale con tutti. Cerco di imparare e mettere a frutto, partendo dalla A2. È la dimensione giusta e ne sono contento. Anch’io devo fare gavetta, poi vedremo se le circostanze della vita mi offriranno occasioni diverse>.

Guido Martinelli- Addetto stampa Chiavari Nuoto

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