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CALCIO | 19 dicembre 2014, 11:31

La prima tripletta di Cristian "Zago" Zaghetto

Il geometra chiavarese si racconta a TuttoLevante, dagli esordi in prima squadra col Villaggio alla tripletta vincente con la maglia dell’Arenelle "Il goal più bello è stato però diventare padre di Matteo. De Salvador e Fontana i miei inseparabili fratelli".

Cristian Zaghetto (Arenelle)

Cristian Zaghetto (Arenelle)

Cristian Zaghetto è un ragazzo molto conosciuto nell’ambiente calcistico del levante ligure e le sue doti tecniche non sono mai state messe in discussione. “Zago” è sempre stato il cosiddetto numero 10 all’interno del rettangolo di gioco, è uno che al pallone sa darci del tu e forse non è un caso che sia nato lo stesso giorno di un grande campione come Del Piero.

La sua carriera comincia tra le fila dell’Entella dove allenatori come Capelli e Comini gli insegnano le basi del calcio. Poi l’arrivo al Villaggio, società dove cresce e nella quale inizia a stringere quei rapporti di amicizia che si porterà avanti per la vita. Quando ancora deve compiere 16 anni viene chiamato in prima squadra per disputare il campionato di Promozione.

Passano gli anni e gli impegni lavorativi aumentano, ma Zago non riesce ad abbandonare la sua passione: il calcio, quel connubio tra pallone, spogliatoio e amici.

Dunque approda prima alla Ciassetta e infine all’Arenelle, società dove si trova ormai da cinque anni: “Ho messo sempre il lavoro davanti al calcio e il pallone non ha mai limitato i miei doveri – confida Zago. Nonostante qualche anno in categorie più alte ho preferito giocare tra la Seconda e la Terza Categoria, dove il calcio è meno impegnativo e il divertimento è alla base di tutto: ricordo per esempio anni stupendi alla Ciassetta dove abbiamo costruito un gruppo fantastico e solido e non potrò mai dimenticare allenatori come Oggiano e “Gancio”.

Zaghetto parla poi dei suoi due fratelli acquisiti, Marco De Salvador e Cristian Fontana: “Con Marco ho condiviso tutta la mia carriera, siamo cresciuti insieme e abbiamo vissuto in simbiosi dentro e fuori dal campo, tanto che, senza aver programmato nulla, i nostri figli sono nati solo a quattro giorni di distanza. Con Cristian invece l’amicizia si è consolidata in una fase più matura, anche perché non siamo mai riusciti a giocare nella stessa squadra dal momento che lui ha avuto la professionalità e la testa per militare in categorie più dignitose. Li considero entrambi miei fratelli e il giorno che mi sposerò li pretendo al mio fianco come testimoni di nozze”.

Malgrado una vita passata a rincorrere palloni e quasi 50 goal segnati solo con la maglia dell’ Arenelle, il geometra chiavarese non è mai riuscito a segnare una tripletta, questo fino alla scorsa domenica: “ E’ stata la mia seconda partita in campionato dal momento che quest’anno mi sono potuto allenare poco per stare più vicino a mio figlio appena nato. I primi due goal sono arrivati su calcio di rigore, il terzo è stato invece una di quelle reti che in gergo la definiamo da tre punti: nei minuti di recupero mi sono conquistato un fallo nella zona del centrocampo. Il mio compagno Merusi si è accorto che il portiere era fuori dalla porta e dopo aver battuto la punizione rapidamente mi ha gridato di calciare e io ho seguito il suo consiglio. Mi trovavo più o meno a 40 metri dalla porta, ma la palla si è infilata perfettamente sotto la traversa”

Quando gli chiediamo a chi vuole dedicare la sua prima tripletta in carriera, “Zago” non ha dubbi: “ … alla mia compagna Benedetta che sopporta questa mia passione ormai da anni e a mio figlio Matteo, nato questa estate. Segnare una tripletta è una grande emozione, ma il goal più bello l’ho fatto diventando padre, una esperienza che è difficile da spiegare e che ti cambia totalmente la vita: penso a lui costantemente tutto il giorno!”

Infine chiediamo a “Zago” se spera che un giorno il piccolo Matteo possa seguire le orme del papà dedicandosi anche lui al calcio: “Sinceramente non lo obbligherò mai a fare nulla che non gli piaccia, questo non solo nello sport, ma anche nello studio e nel lavoro. Come mi hanno insegnato i miei genitori lo lascerò libero di scegliere e di realizzare i propri sogni. Certamente - sorride “Zago” – il fatto però che Matteo sia nato lo stesso giorno di Leo Messi mi fa ben sperare”

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