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PALLANUOTO | 01 settembre 2013, 16:30

Ea Mangiante appende la calottina

Nell'arco di pochi giorni il giocatore della Pro Recco ha preso questa decisione di concerto con la società. Sarà il nuovo team manager:”Un po' mi spiace non giocare la Coppa Campioni, ma la nuova avventura è stimolante”.

Andrea "Ea" Mangiante in azione.

Andrea "Ea" Mangiante in azione.

Ea Mangiante, uno dei più forti giocatori di pallanuoto degli ultimi anni, tigullino doc, appende la calottina. Fino a poco tempo fa sembrava che il suo impegno come giocatore dovesse durare ancora, come minimo, un anno. Invece nell'arco di pochi giorni il futuro è cambiato: un incontro con la società, la proposta di diventare un dirigente, un breve periodo di riflessione e poi la decisione finale di smettere. “E' così – conferma Ea -. E' successo tutto abbastanza velocemente. La verità? Ci ho riflettuto perchè avevo passato un'estate a pensare di potermi confrontare con i nuovi campioni della pallanuoto europea e vedere cosa sarei riuscito a combinare. Però, alla fine, ho valutato che la Pro Recco è la mia famiglia e che, tutto sommato, a trentasette anni, dovendo iniziare anche a pensare a cosa avrei fatto dopo aver smesso di giocare, la possibilità che mi offriva la società era di quelle da non farsi scappare”.

Ea Mangiante è un nome notissimo nella pallanuoto nazionale ed internazionale. Lo era diventato ancora di più tre anni fa quando fu squalificato per due anni solo per una presunzione di colpevolezza per illeciti (presunti) legati al doping. L'anno scorso però è tornato. E con la Pro Recco ha vinto tutto quello che c'era da vincere: scudetto, Coppa Italia e Supercoppa europea. “Una stagione straordinaria, umanamente la più bella di tutta la mia carriera – sottolinea Ea -. Mi ha ripagato di quello che ho sofferto allenandomi da solo per due anni. Per questo ora non mi faccio problemi a vedere gli altri che si allenano. Ho passato di molto peggio. E poi starò sempre vicino a tutti i miei compagni”.

Continuare a giocare per Ea sarebbe stato molto facile. Moltissime squadre, specie in Liguria, avrebbero fatto carte false per averlo. “Dire che non ho pensato di finire la mia carriera altrove sarebbe una bugia – ammette -. Ma è stato un pensiero passeggero. La Pro Recco è la mia famiglia. E aprire un discorso futuro qui mi è sembrata la cosa più intelligente. Sono curioso di vedere cosa riuscirò a fare. E' un'avventura stimolante. Qui ci sono progetti e ambizioni. Da giocatore, tutto sommato, mi sembra di non avere più nulla da dimostrare. E poi lascio da vincente, non male”.

Vincente e con una bacheca molto ricca. E anche un primato invidiabile. Mangiante ha giocato otto finali scudetto e le ha vinte tutte, una anche con il Brescia proprio contro la Pro Recco. “L'unico che ha vinto il Brescia – ride Ea -. Anche in Supercoppa ho vinto quattro finali su quattro. Peccato per le due finali perse su cinque in Coppa Campioni. Ma va bene così”.

In Nazionale il risultato più importante è stato l'argento ai Mondiali di Barcellona del 2003. “Ecco, quella finale mi è rimasta un po' qui – ammette -. Diciamo che avrei barattato qualcosina della mia bacheca per l'oro di quell'anno. Pazienza comunque, sono contento così”.

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