Andrea Dagnino, mercoledì pomeriggio, nel turno infrasettimanale contro il Rapallo Bogliasco, raggiungerà quota 200 panchine con la Lavagnese, fra campionato, playoff e Coppa Italia. Nessuno come lui nel club di via Riboli.
Dagnino ha giocato fino a 34 anni, quando si è rotto i legamenti crociati del ginocchio. In campo era chiamato “Il Principe”. E aveva già iniziato ad allenare, nel 1994, una leva di baby calciatori dell’Entella affidatagli da Gianni Comini; poi settore giovanile della Lavagnese, fino al 2005 anno del debutto in Promozione con il Cicagna, portato in Eccellenza. Questo è il sesto anno alla Lavagnese, in serie D.
Il tecnico, alla vigilia del traguardo delle 200 panchine, ripercorre la sua esperienza al timone del gruppo bianconero e i ricordi, tra grandi vittorie e giornate dense di emozioni, sono pezzi di storia.
Partiamo del debutto: emozioni? Quanto finì quella partita?
<L'emozione del debutto non la scorderò mai, non avevo ancora iniziato che arrivava lo squadrone di Terzulli in Coppa Italia: Lavagnese - Entella 2 – 1, con un gol straordinario di Igor Zaniolo al 90°>.
Andrea Dagnino giocatore che ruolo rivestirebbe nella squadra di Andrea Dagnino allenatore?
<Probabilmente se fossi l'allenatore di Andrea Dagnino giocatore… lo lascerei in panchina. Oggi voglio giocatori sempre "sul pezzo" ed io pur avendo qualità sopra la media avevo anche molte pause>.
Delle prime 199 partite con la Lavagnese, quale rigiocherebbe con più piacere?
<Credo che Cosenza-Lavagnese, quarti di finale playoff nazionali del 2012, si potesse vincere. Gli episodi ci furono sfavorevoli ma avevamo una condizione straordinaria e perdere quella partita mi tolse il sonno per molto tempo>.
Quella che l’ha fatta più arrabbiare?
<La finale playoff dello scorso anno a Borgosesia. Preparammo la partita in maniera perfetta per tutta la settimana e dopo 30 secondi restammo in dieci compromettendo l'intera gara. Ero furioso>.
Quella che le ha dato la soddisfazione maggiore?
<Tutte quelle vinte in rimonta. Adoro quando la squadra si compatta e porta a casa un risultato che ai più sembra compromesso>.
Il giocatore con il quale ha legato di più?
<Ogni giocatore che ho avuto mi ha insegnato qualche cosa nel bene e nel male che mi ha permesso di crescere. Molti di loro li sento spesso e non sempre parliamo di calcio>.
Il giocatore avversario che vorrebbe in squadra con lei?
<Ce ne sono molti ma credo di avere con me, da molti anni, giocatori di livello che hanno qualità morali introvabili. Inutile fare nomi e cognomi>.
Il collega allenatore?
<Non esiste un allenatore che viva il calcio con serenità e voglia di far giocare come uno che mi ha dato tanto e che, per me, non è un collega ma un maestro: Bruno Baveni>.
Come vive il calcio Andrea Dagnino?
<Male. Sono molto critico con me stesso ed a volte troppo pignolo. Fatico a staccare la spina ma questo sport mi fa provare cose che solo le mie figlie e mia moglie riescono a darmi>.
Quale sarà il futuro di Andrea Dagnino allenatore?
<Difficile dirlo. Sicuramente ho l'ambizione di partecipare al primo corso Uefa A per allenare nei professionisti ma non sogno molto, il mio pensiero più distante è preparare bene la seduta di allenamento di "domani">.