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CALCIO | 20 novembre 2013, 09:30

L'addio al calcio di Raffaele Merzek

A soli 32 anni "Lele" appende gli scarpini al chiodo. Una carriera gloriosa: dall'Udinese in serie A alle categoria minori vicino a casa sua, Trieste, passando anche per Chiavari e la Virtus Entella. "Lascio un mondo che mi ha dato tante gioie e tante amarezze: sicuramente mi ha insegnato tanto e mi ha formato come calciatore ma soprattutto come uomo. Il mondo del calcio non è tutto rose e fiori soprattutto a certi livelli.

L'addio al calcio di Raffaele Merzek

Il ritiro del campione. Raffaele "Lele" Merzek lascia il calcio. Lo fa con un post su Facebook - la sua bacheca è stata prese d'assalto da amici, compagni di squadra, avversari e tifosi che lo vogliono salutare e ringraziare - scritto di getto e con il cuore. Quel cuore che metteva sempre in campo, in ogni partita, in ogni momento. 

Calciatore leale, personaggio corretto anche fuori dal campo: mai una polemica, un rapporto schietto con tutti, anche con chi stava dall'altra parte, come noi giornalisti. "In una piovosa serata di novembre prendo una decisione importante - spiega Merzek -. Chi mi conosce bene sa benissimo che non è una decisione facile: lascio il calcio giocato. Una passione nata fin da quando ero bambino. Purtroppo non posso proseguire per i miei impegni lavorativi e non voglio nemmeno continuare un impegno a metà. Le cose si fanno in una certa maniera altrimenti non si fanno".

Da qualche tempo, Merzek, che vive a Trieste, è agente di commercio. Giocava sempre, in categorie minori."Lascio un mondo che mi ha dato tante gioie e tante amarezze - dice ancora Merzek - sicuramente mi ha insegnato tanto e mi ha formato come calciatore ma soprattutto come uomo. Il mondo del calcio non è tutto rose e fiori soprattutto a certi livelli. Sicuramente il grazie lo dico veramente a poche persone per quello che hanno fatto per me. Ma alla fine dico grazie anche a quelle persone che mi hanno girato le spalle in certi momenti dove le decisione hanno pesato e non poco sulla mia carriera sportiva. Mi hanno fatto capire che nessuno ti regala niente, come nella vita, tutto bisogna guadagnarselo e, non sempre, si riesce a raggiungere quello per cui si è sempre lottato".

Merzek, nella stagione 2000/2001, era nella rosa dell'Udinese, in serie A, e giocava con campioni del calibro di Bertotto e Jorgensen. E' stato anche in panchina, allo stadio Meazza di Milano, in campionato contro l'Inter. Poi la serie C: quattro stagione al Sud Tirol Alto Adige e una al Bassano Virtus, per un totale di 127 presenze e 4 gol. Nella stagione 2006/2007 gioca in serie D nell'Imperia (28 presenze, 4 gol), poi Novese (5 presenze). Nell'ottobre del 2010 sbarca a Chiavari per vestire la maglia della Virtus Entella. E' il primo anno della gestione Gozzi e con i colori biancocelesti, Merzek - che da centrocampista era stato trasformato in difensore centrale dal tecnico dell'epoca Claudio Terzulli - vince un campionato di Eccellenze e ottiene due salvezze in serie D, collezionando 59 presenze e 2 gol. Quindi si trasferisce nell'Asti (11 presenze e 2 gol) e gioca ancora una stagione nel Sandonà Jesolo (7 presenze). "Conservo grandi ricordi della mia esperienza a Chiavari sia dentro al campo, sia fuori - precisa Merzek -. Ricordo con gioia anche il periodo di Asti, indimenticabile, anche se proprio qui mi sono gravemente infortunato. Nella mia crescita sono state determinanti le prime quattro stagioni in serie C al Sud Tirol, un bellissimo ambiente dove fare calcio".

Dopo un grave infortunio, si avvicina a casa, a Trieste, e continua a giocare in categorie minori, con la stesa passione e dedizione, con Muggia (vinto un campionato di Promozione) e San Luigi. Fino a ieri. "Adesso a 32 anni è giusto guardare avanti e dedicarmi con dedizione, passione e professionalità, come ho avuto nel calcio, anche nel mio lavoro che mi sta dando grandi stimoli e belle soddisfazioni. E proprio perché non è un mondo facile, la sfida è ancora più bella - chiude Merzek -. Un abbraccio di cuore a tutte le persone che ho conosciuto nel calcio, tutti nel bene e nel male mi avete dato qualcosa e ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo".

 

Gabriele Ingraffia

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