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CALCIO | 13 dicembre 2013, 18:09

Andrea Ricci, l'allenatore goleador

Il tecnico del Moneglia nell'ultimo turno è andato anche in gol e si racconta a Tuttolevante. “Gioco solo se c'è bisogno. Ho già destinato la mia eredità come giocatore: scarpe e fascia a Murru, numero di maglia a Galelli”.

Andrea Ricci, allenatore del Moneglia

Andrea Ricci, allenatore del Moneglia

L'estate scorsa aveva deciso di smettere e iniziare la carriera di allenatore. Ma Andrea Ricci, tecnico del Moneglia, non aveva chiuso del tutto la porta del calcio giocato. E così nelle ultime settimane è tornato a giocare. Nell'ultimo turno si è tolto anche la soddisfazione di segnare una rete. “Da alcune settimane sto giocando – racconta -. Ma lo faccio solo perchè mancano i due difensori centrali. Giocare mi è sempre piaciuto, ma non voglio portare via il posto ad altri. Comunque non ho problemi a mettermi a disposizione della squadra. Io mi sto allenando, sono uno del gruppo. E poi allenarsi aiuta a non mettere su la pancia”.

Ricci ha una sua visione personale sul fatto di essere allenatore e giocare. “Ho poca esperienza, il mio pensiero vale fino ad un certo punto – spiega -. Però non è detto che sia peggio giocare e seguire la squadra. Ci sono pro e contro. Ad esempio posso essere più vicino ai compagni, dare qualche consiglio. Poi è chiaro che senza lo stress agonistico della partita si può essere più lucidi”.

Sabato scorso, in casa del Boca Gastaldi, Ricci non ha dovuto sgolarsi più di tanto. La sua squadra ha giocato un'ottima gara. “Siamo stati bravi, abbiamo espresso davvero un bel gioco, è stato un piacere giocare – dice -. Il mio gol? Sono molto contento, in genere ne faccio uno all'anno. Avendo deciso di fare soprattutto l'allenatore credevo di non segnare più”.

Per certi versi Ricci ha già appeso al chiodo le scarpe da calcio. Al punto che la sua eredità è già stata destinata:”Le scarpe per andarsi ad allenare fuori dal campo le ho già consegnate a Murru così come la fascia da capitano – sorride Ricci -. Il numero cinque, invece, che era stato mio negli ultimi sei anni, l'ho dato a Galelli, il mio erede”.

Tra i personaggi della squadra c'è anche Cesar, rientrato dal prestito al Rivasamba e che ha fatto subito la differenza. “Il livello qualitativo è cresciuto, senza dubbio – dice Ricci -. Lo abbiamo riaccolto a braccia aperte. Con lui cantiamo anche “Brazil”. E' un giocatore molto utile: sa giocare con i compagni, sa saltare l'uomo e fa anche gol”.

Attualmente il Moneglia è secondo:”E' presto per questi discorsi – dice Ricci -. Però sono contento se vinciamo così la squadra in settimana è più disponibile a farsi torchiare in allenamento senza lamentarsi troppo”.

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